giovedì 16 ottobre 2008

Arrivederci Gabriele, non preoccuparti se il futuro non è più quello di una volta

Ebbene si, è un arrivederci. Non è un ciao perché sarebbe troppo informale ne un addio perché sarebbe troppo triste e doloroso, per i suoi allievi, sapere che un loro mentore si è ritirato a vita privata per sempre. “Un seminario alla carriera” potremmo definire quello di ieri, in cui Gabbrié è stato protagonista in tutto e per tutto. Il titolo da lui scelto, “Storia e Progetto; presente, passato e futuro”, da una idea della vastità degli argomenti che il professorone stesso ha cercato di indagare in tutta la sua vita dedicandogli una intera carriera. Una carriera spesa bene. Se avessimo potuto vedere la Terra dallo spazio alle 16 circa di ieri credo che avremmo notato un uragano nei pressi di Ancona. Un uragano buono, si intende, un uragano lucido e razionale di quesiti, opinioni, mosso da una grande passione personale. Mi permetto di supporre che proprio quest’ultima unita ad una grande emotività lo fa sembrare sempre almeno un po’ imbarazzato e, quando si trova a discutere di storia, architettura, progetto e giù di lì, la sua emozione è visibile. Ieri, questa era addirittura palpabile, olfattabile, gustabile, e udibile. La sua voce flebile e decisa a seconda, il suo ritmo cadenzato ovunque e comunque, ci ha fatto immergere ieri, ancora una volta, in profonde riflessioni. Non oso riassumere, riporto solo una domanda che lui stesso si è posto durante la conferenza: “Come possiamo usare l’architettura?”. Ovviamente queste singole parole non rendono la ricchezza delle sfumature che Milo ha delineato nel seguito ne l’elaborazione delle argomentazioni con le quali è arrivato a fare le sue conclusioni, o meglio ad esprimere i suoi quesiti. Prima dell’interminabile scroscio di applausi alla carriera, Gabriele, citando una scritta da lui trovata in un muro della sua Roma, ci ha lasciato col sorriso dicendo : “Il futuro non è più quello di una volta”

Arrivederci da E,L,I,O.

Da segnalare una frase di Danilo Guerri: ”di architetti ne siamo tantissimi, poi adesso ci siete anche voi ingegneri architetti…...gli ingegneri nascono con i piedi per terra, poi si fa sempre in tempo a volare....”. Poi Danilo ha sottolineato l’importanza di imparare a costruire in cantiere, tra chi le cose le realizza materialmente, gli artigiani.