Il gruppo ELIO ha finanziato un importante studio a famigerati dottori che hanno già compiuto fenomenali scoperte nel campo della ricerca: DOTT. VALERIO ROMUALD TIBERI, DOTT. FRANK ZHIVAGO E DOTT. ALEXANDER PAC PLEASURE FLEMING.
Ogni giorno, ogni singolo essere umano entra in contatto con una più o meno lunga serie di stimoli, i quali provengono dall’interazione tra l’individuo e il contesto che lo circonda. È facile notare come ciascuno stimolo si ripercuota su di noi esseri viventi tramite sensazioni primarie di varia natura, le quali evolvono in processi emotivi in sentimenti e in riflessioni. Vi sono infatti più livelli di percezione del contesto: dalla percezione sensoriale alla rielaborazione inconscia fino all’inquadramento razionale. Entrando nel vivo della questione, diciamo che la definizione del piacere che una persona prova grazie ad uno stimolo, dipende dallo stimolo stesso ma anche dal livello di percezione umana che si analizza.
LIVELLI DI PERCEZIONE
Le complessità che si incontrerebbero nel definire il piacere a seconda dei vari livelli di percezione, ci portano ad effettuare la scelta di considerare il valore complessivo di piacere dato da uno stimolo.
STIMOLI
Uno stimolo è una qualsiasi cosa fisica o astratta, oppure un insieme di eventi contemporanei (e quindi considerabili come un unico stimolo) che comportano un qualche effetto all’interno dei livelli di percezione di un soggetto umano.
Gli stimoli possono essere caratterizzati da più fattori, ovvero è possibile farne una classificazione in base all’origine, in base al loro indice di gradimento nonché in relazione agli effetti che provoca sull’individuo.
Dunque, scomponendo il fenomeno della percezione degli elementi del contesto da parte dell’uomo, si può arrivare ad individuare qual è l’entità e la qualità di ogni singolo stimolo che l’uomo percepisce. A tal proposito è necessario attribuire ad ogni singolo stimolo un valore facente riferimento ad una apposita unità di misura creata ad hoc. Tale unità di misura è stata denominata LIB, cioè “Libidine di cui si beneficia istintivamente” o “indice di Libido” (o Lust of Instinctive Benefit)
IL LIB
Si definisce dunque il LIB come l’unità di misura della qualità e quantità della percezione umana, in grado di quantificare il piacere arrecato all’uomo dalle singole relazioni con gli elementi del contesto.
A livello prettamente medico il LIB può essere definito, come l’unità di misura della libido di cui un individuo può godere al verificarsi di una relazione tra l’individuo stesso e un elemento del contesto.
IL LIBIDINOMETRO
Lo studio in oggetto ha richiesto l’uso di soggetti umani campione da utilizzare in laboratorio. Il LIB è stato utilizzato come strumento di misurazione dei livelli di piacere provati dai tester, sulla base delle relazioni che queste sono state portate ad avere. In particolare, alle cavie è stato chiesto di quantificare il piacere provato per ogni “evento” creando così una scala dei livelli di piacere. Dopo aver scartato i risultati di alcuni soggetti psicolabili, e poi scopertisi psicopatici figli di puttana, poiché troppo lontani dai valori medi, si è provveduto alla mediazione dei risultati. Si è ottenuta così una scala delle “cose” ritenute libidinose e di quelle meno. Tale scala prende il nome di Libidinometro.

CONCLUSIONE
Pur non essendo concluso lo studio, presenteremo di seguito dei dati con le relative analisi. Questi potrebbero NON essere del tutto attendibili, l’ironia di alcune parti spero non vi faccia dimenticare del tutto la SERIA, anche se in alcuni punti attaccabile, argomentazione fatta finora. Grazie e buon divertimento
DATE LE LAMENTELE PERVENUTE TRA I COMMENTI DELL’ULTIMA PUBBLICAZIONE, CONSIGLIAMO DI CONTINUARE LA LETTURA SOLO AI MAGGIORENNI NON IMPRESSIONABILI DAI CONTENUTI ESPLICITI SOTTO PROPOSTI.
