Probabilmente chiunque può provare a dare una risposta a questa domanda, ma forse pochi sono in grado di elaborarne una capace di fondarsi su degli assunti teorici tali da renderla scientifica. Tra questi c’è sicuramente Sigmund Freud. Nell’ultima lettura in cui mi sono imbattuto, “Un ricordo di infanzia di Leonardo da Vinci”, Sigmundo analizza gli elementi storici relativi alla vita del grande arista e, tra le altre cose, individua in lui un desiderio che lo ha accompagnato per tutta la vita: il desiderio di volare.
Ovviamente non oso provare a spiegare e sintetizzare con parole mie il contenuto, già con la traduzione forse si è perso qualcosa. Senza indugiare oltre, riporto sotto la pagina originale del testo.
Ovviamente non oso provare a spiegare e sintetizzare con parole mie il contenuto, già con la traduzione forse si è perso qualcosa. Senza indugiare oltre, riporto sotto la pagina originale del testo.
Dato che ho detto che chiunque può provare a dare una risposta alla domanda del titolo, provo dunque a cimentarmi nel compito. Volare, volare, volare… significa superare le leggi della natura, oltrepassare le capacità fisiche dell’uomo, il quale vede degli esseri viventi che in qualche modo riescono a librarsi in aria vincendo la forza di gravità, ma subito però si accorge che gli manca qualcosa: le ali. Già Icaro con le ali di cera ha provato a volare, e se avesse scelto un giorno nuvoloso magari oggi non ci muoveremmo tra i continenti con gli aeroplani ma con le ali di cera, pensate. “Volare…oh, oh, Cantare……nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù…”, forse un po’ siamo influenzati da stornelli del genere che ci inculcano la connessione tra volo e felicità.
A parte miti, leggende e canzoni, la mia visione del desiderio di volare è un po’ lontana da quella dello stimato precursore della psicoanalisi. Volare è a mio avviso l’idealizzazione di molte cose auspicabili. Se voli sei libero, libero di andare in tutte le direzioni, dunque quella possibilità materiale di voltare a destra, a sinistra e così via è in grado di rappresentare la libertà di un uomo; quando qualcuno ci vuole rinchiudere ci crea innanzitutto un recinto che ci impedisce di muoverci in orizzontale, ma da questo potremmo fuggire se sapessimo volare. Poter volare significa essere riusciti a sconvolgere la nostra natura di esseri umani, quindi sentirsi capaci di sopraffare, o giocare con quelle leggi della natura che ci fanno sentire poca cosa di fronte all’immensità dell’universo. Volare vuol dire provare sensazioni uniche, sentirsi felici, leggeri, liberi da pesi che ci opprimono, capaci di spostarsi senza velocemente e senza troppa fatica. Volare può essere inteso come la possibilità di vedere tutto da lontano, estraneandosi da problemi e situazioni sgradite.
Dunque, per quanto io ammiri il caro Freudundo e la sua brillante visione del desiderio di volare, pur senza aver fatto ricerche attente come le sue sulla psiche e su Leonardo, mi attengo all’idea che il grande maestro volesse volare o essere un uccello in quanto aveva una forte sensibilità che lo portava a desiderare emozioni uniche, era amante della natura, ossessionato dalla ricerca e dalla conoscenza, e quale era una delle più grandi sfide per un uomo di scienza del Quindicesimo secolo? Il volo.
Note allegre. Mi vien da dire: Il desiderio di volare significa voler fare sesso? No Sigmund, non può essere, figurati se ci dobbiamo mettere a fare sesso in volo…… ma se neanche gli uccelli scopano in volo, perché dovremmo farlo noi? Permettetemi anche questa: saper volare oggi mi farebbe risparmiare un sacco di benzina! E forse anche di tempo.
Mentre ringrazio Erminio per il suo parere, avviso chiunque altro sia capitato sfortunatamente qui a lasciare comunque un gradito messaggio.
M.P.
7 commenti:
Volare secondo me significa avere la possibilità di essere colpito da un fulmine, senza uscire dal contatto ravvicinato con il suddetto senza vita. Un esperienza a dir poco elettrizzante...
PASSO E CHIUDO
Complimenti per il post!!!! (anche se non sono riuscito a leggere la pagina scannerizzata)
Dal mio punto di vista, gli uomini sognano di volare perchè hanno il desiderio di trasformarsi in "dei" cioè vogliono avere o essere quello che non potranno essere mai!!!! Per questo motivo i "dei" vengono immaginati e idealizzati con tutte le fantasie dell'uomo: immortalità, poteri speciali, capacità di volare, onniscenza....!!!
E' una sorta di ricerca individuale dell'uomo che, invidioso dei poteri divini, cerca in ogni modo di ottenerli, ma come raccontano i saggi miti greci l'apilogo è scontato: l'uomo muore e il desiderio rimane!!!
scusate i problemi tecnici,
ora l'immagine è sufficientemente grande.
La direzione
posso aggiungere che stanotte in aereo stavo leggendo Palahniuk, ed ecco che lo stronzo racconta un incidente aereo...parole tipo incidente, schianto, morti...etc si rincorrevano nella pagina e...che dire, è stata davvero un esperienza divertente.
Consiglio vivamente tralaltro la compagnia VolareWeb, con un pilota che è diventato il mio mito: era già un idolo dopo la partenza degna di un caccia in una portaerei, ma è stato ufficialmente innalzato a grado di eroe, quando, in stile guida turistica annunciava le città che stavamo sorvolando...davvero un grande.
Ciao cari...
P.s. L'uomo sogna di volare per potere leggere a 10000 piedi un libro che parla di schianti aerei.
leggere l'intero blog, pretty good
Perche non:)
Si, probabilmente lo e
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