giovedì 21 febbraio 2008

Il mondo in LIB

Il gruppo ELIO ha finanziato un importante studio a famigerati dottori che hanno già compiuto fenomenali scoperte nel campo della ricerca: DOTT. VALERIO ROMUALD TIBERI, DOTT. FRANK ZHIVAGO E DOTT. ALEXANDER PAC PLEASURE FLEMING.

Ogni giorno, ogni singolo essere umano entra in contatto con una più o meno lunga serie di stimoli, i quali provengono dall’interazione tra l’individuo e il contesto che lo circonda. È facile notare come ciascuno stimolo si ripercuota su di noi esseri viventi tramite sensazioni primarie di varia natura, le quali evolvono in processi emotivi in sentimenti e in riflessioni. Vi sono infatti più livelli di percezione del contesto: dalla percezione sensoriale alla rielaborazione inconscia fino all’inquadramento razionale. Entrando nel vivo della questione, diciamo che la definizione del piacere che una persona prova grazie ad uno stimolo, dipende dallo stimolo stesso ma anche dal livello di percezione umana che si analizza.

LIVELLI DI PERCEZIONE
Le complessità che si incontrerebbero nel definire il piacere a seconda dei vari livelli di percezione, ci portano ad effettuare la scelta di considerare il valore complessivo di piacere dato da uno stimolo.

STIMOLI
Uno stimolo è una qualsiasi cosa fisica o astratta, oppure un insieme di eventi contemporanei (e quindi considerabili come un unico stimolo) che comportano un qualche effetto all’interno dei livelli di percezione di un soggetto umano.
Gli stimoli possono essere caratterizzati da più fattori, ovvero è possibile farne una classificazione in base all’origine, in base al loro indice di gradimento nonché in relazione agli effetti che provoca sull’individuo.
Dunque, scomponendo il fenomeno della percezione degli elementi del contesto da parte dell’uomo, si può arrivare ad individuare qual è l’entità e la qualità di ogni singolo stimolo che l’uomo percepisce. A tal proposito è necessario attribuire ad ogni singolo stimolo un valore facente riferimento ad una apposita unità di misura creata ad hoc. Tale unità di misura è stata denominata LIB, cioè “Libidine di cui si beneficia istintivamente” o “indice di Libido” (o Lust of Instinctive Benefit)

IL LIB
Si definisce dunque il LIB come l’unità di misura della qualità e quantità della percezione umana, in grado di quantificare il piacere arrecato all’uomo dalle singole relazioni con gli elementi del contesto.
A livello prettamente medico il LIB può essere definito, come l’unità di misura della libido di cui un individuo può godere al verificarsi di una relazione tra l’individuo stesso e un elemento del contesto.

IL LIBIDINOMETRO
Lo studio in oggetto ha richiesto l’uso di soggetti umani campione da utilizzare in laboratorio. Il LIB è stato utilizzato come strumento di misurazione dei livelli di piacere provati dai tester, sulla base delle relazioni che queste sono state portate ad avere. In particolare, alle cavie è stato chiesto di quantificare il piacere provato per ogni “evento” creando così una scala dei livelli di piacere. Dopo aver scartato i risultati di alcuni soggetti psicolabili, e poi scopertisi psicopatici figli di puttana, poiché troppo lontani dai valori medi, si è provveduto alla mediazione dei risultati. Si è ottenuta così una scala delle “cose” ritenute libidinose e di quelle meno. Tale scala prende il nome di Libidinometro.

CONCLUSIONE
Pur non essendo concluso lo studio, presenteremo di seguito dei dati con le relative analisi. Questi potrebbero NON essere del tutto attendibili, l’ironia di alcune parti spero non vi faccia dimenticare del tutto la SERIA, anche se in alcuni punti attaccabile, argomentazione fatta finora. Grazie e buon divertimento

DATE LE LAMENTELE PERVENUTE TRA I COMMENTI DELL’ULTIMA PUBBLICAZIONE, CONSIGLIAMO DI CONTINUARE LA LETTURA SOLO AI MAGGIORENNI NON IMPRESSIONABILI DAI CONTENUTI ESPLICITI SOTTO PROPOSTI.



4 commenti:

Anonimo ha detto...

I risultati a cui è giunto questo autorevole studio sono davvero interessanti, sotto ogni punto di vista.........naaaaaaaaaaaaaaaa, non riesco a commentare seriamente, perché me sto ancora a torce (espressione dialettale che possiamo tradurre in "mi sto torcendo")dalle risate. Assolutamente fantastico, absolutely amazing. Concludo dicendo che l'introduzione dal carattere scientifico spero che Pacca l'abbia scopiazzata, perché se è tutta farina del suo sacco, deve assolutamente spiegare dove trova il tempo di studiare medicina e scienze.
AUG

Sciarby ha detto...

Mi accodo ai complimenti fatti dall' esimio Ermeenio, che fa pure rima.
Ma michele queste doti le ha mostrate in più e più occasioni, tipo le revisioni con Monda e Rosco su tutte. La sua dote linguistica non è seconda a nessuno e quando ci si mette riesce a sparare certe cazzate allucinanti facendole sembrare quanto meno verosimili.
Mi sonoo fatto grosse risate soprattutto sulle conclusioni, grandiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.

Cagnoni Fc ha detto...

Una domanda sorge spontanea: il libidinometro? Lo "strumento di misurazione dei livelli di piacere provati dai tester". La comunità scientifica si domanda dove questo strumento vada posizionato. La prima ipotesi 'sotto l'ascella' è stata subito scartata in quanto risulterebbe lontana da organi secretori di ormoni e quindi non misurerebbe un bel niente. Più preoccupante è l'opzione 'lato B': in questo caso potrebbe inficiare i risultati. Infatti in alcuni tester potrebbe provocare un aumento incontrollato della libido (o al contrario una prevedibile diminuzione).
Attendiamo chiarimenti!

Anonimo ha detto...

mangiare il gelato d'inverno.. ahi! fa veramente malissimo, i sensi rabbrividiscono e senti il ghiaccio salire su per il naso fino alla fronte e.. passa solo dopo svariati secondi durante i quali saltelli, ti stringi il naso, imprechi il creatore e non riesci a credere che ancora fai di queste cazzate da principiante. non si finisce mai di imparare dal gelato. sono quanto mai daccordo sui LIB assegnati per i comunissimi hobby di annusare la propria cacca e quella del prossimo -il vangelo ci insegna: porgi l'altra cacca!
ps.grande pacca