Le ultime vicende accadute a me medesimo (scusate se scrivo in maniera un po’ arcaica ma le mie ultime letture non sono fresche d’oggi ma di uno ieri lontano, per quanto un secolo possa esser tanto in termini letterari), hanno sconvolto i miei ritmi di vita e la percezione del mondo che mi circonda. Già, perché tutto si muove in maniera diversa quanto ti inoltri in uno stato di meditazione. Nonostante si riescano a notare più dettagli, molte cose paiono andare più lente (perlomeno oggi ho questa impressione). Così, le rondini sembra volino a rallentatore, tanto da farti pensare che la forza di gravità sia scesa sotto i 9, mentre le formiche sono talmente ferme che non mi scomodo nemmeno a chiudere la portafinestra, tanto per quando arrivano lì ho fatto in tempo a finire il libro e ad abbronzarmi. Persino il mio cuore non sento più battere, a momenti, devo portar la mano al petto ed attendere, …..attendere finché debolmente non si avverte un ravvicinato, ma non troppo, doppio tonfo: tu…..tu. Anche se l’ossigeno di cui ho bisogno ora è poco, ogni tanto controllo giusto per aver la certezza d’esser vivo (non adoro darmi pizzicotti e poi il controllo del battito cardiaco è un gesto più elegante e raffinato che forse apprezzerebbe anche Saffo).
Ciò che mi colpisce è come questa meditazione, che rallenta la percezione del mondo al pari di una droga leggera, sia sfociata in un impulso ossessivo verso l’acquisizione di nuove conoscenze e verso l’applicazione in più arti espressive.
Forse, è proprio nella volontà di espressione di un Io più cosciente e nell’aspirazione ad una meditazione più profonda, che si può trovare una motivazione forte ad un tale atteggiamento. Se così è, allora si può dire con certezza che l’individuo è in un auspicabile percorso di maturazione, evoluzione, il quale è per sua natura gradito. Al di là di questo, però, nulla vi è di certo trattando di cosa abbia spinto l’individuo a comportasi in tal modo. Si possono supporre disparatamente più motivi scatenanti, a volte ve n’è uno prominente, altre volte il risultato è nella combinazione. Tra questi si possono individuare due principali categorie: carenze o eccessi di percezione sensoriale, lo stato d’animo. Per quanto riguarda la prima, determinate carenze di percezione sensoriale dovute a stati di immobilità, o eccessi di queste causate da una abbondante “vita”, possono comportare una istintiva ricerca di compensazione di tali carenze o nausee. Relativamente alla seconda categoria, stati d’animo particolarmente accentuati tendono a dare forti spinte alla meditazione e alla espressione dei sentimenti provati. Secondo illustri personaggi (qualcuno lo avrà pur detto, altrimenti lo penso solo io), sono gli stati d’animo impropriamente detti “spiacevoli” a spingere verso l’applicazione in forme d’arte, mentre quelli ritenuti “piacevoli” sono più inclini ad esprimersi in forme più istintive e fugaci.
Dunque i motivi suddetti spingono verso nuove conoscenze e modi di espressione, cioè alla ricerca di una “pienezza interiore”. Tale ricerca può essere lucida, razionale e cosciente oppure caotica, precipitosa e dispersiva di energie; la propensione all’una o all’altra non può che dipendere dal livello di percezione sensoriale dal quale si proviene o dallo stato d’animo quieto o instabile di chi aspira all’illuminazione.
Sulla base delle osservazioni fatte finora possiamo trarre delle conclusioni, le quali potrebbero certamente essere definite avventate, superficiali, senza basi scientifiche; d’altronde però, cosa può essere definito scientifico e valido in assoluto, quando si parla di percezione sensoriale, stati d’animo, pienezza interiore e quant’altro? Quindi concludiamo che un individuo, in relazione a fattori (materiali o stratti) intrinseci (interni all’individuo stesso) ed estrinseci (esterni), possiede un determinato stato, il quale può essere indicativamente rappresentato dal livello di percezione sensoriale e/o dallo stato d’animo. Questi determinano i comportamenti dell’individuo, compreso l’impulso ossessivo verso l’acquisizione di nuove conoscenze e verso l’applicazione in più arti espressive.
M.P.
Vorrei ringraziare quanti di voi siano arrivati a leggere fin qui, un grazie di cuore! Spero che non vi abbia fatto perdere troppo tempo; tempo che avreste potuto impiegare per acquisire nuove conoscenze e per applicarvi in qualche arte espressiva. Mi auguro che diciate la vostra sul tema.
Un grazie anche a tutti coloro che vedendo il sole all'esterno non hanno saputo resistere 2 minuti davanti al pc e sono corsi al mare dopo aver appena letto il titolo. Non fa niente, non c'è fretta, avrete occasione di leggerlo prima o poi.
Un particolare ringraziamento va, invece, a quei geni che, non avendo tempo o voglia di leggere, ma volendo cmq sapere di cosa si trattasse, hanno letto le prime 3 righe e queste stupidissime ultime 10. anche a voi va l'invito a lasciare un commento, anche solo del tipo: "ciao, sono pincopallino e....", concordo, concordo parzialmente, plausibile, non plausibile, assolutamente inconcepibile, ecc...
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3 commenti:
questa è la conferma che hai sbattuto anche la testa!!!
:) Frank
Quoto Frank, e approfitto dell'occasione per dirti una cosa che forse non ti ho mai detto: CERTE VOLTE MI FAI PAURA.
Detto questo, dirò la mia sull'argomento, e in particolare su una questione: come hai spiegato tu probabilmente non l'ha mai detto davvero nessuno, ma è vero che è dagli stati d'animo profondamente alterati, specie in momenti di forte dolore o tristezza, che esplode la creazione artistica. Per lo meno la storia è piena di geni tormentati che hanno regalato opere immortali a noi che invece siamo comunissimi mortali.
Detto questo, ci sono state anche molte persone, perfettamente in salute fisica e mentale che ci hanno regalato cose indescrivibili. Certo è che una grande tensione drammatica è riscontrabile solo nel primo gruppo di artisti...ora, non ho ben capito se tu ti stai dando alle arti espressive (e direi che comunque l'archiettura lo è) o se il tuo è un semplice esercizio di eloquenza... beh, sappi che in entrambi i casi hai tutto il mio appoggio: da fervente ammiratore di un certo tipo di arte mi troverai al tuo fianco quando ci sarà bisogno della tua arte, ma allo stesso tempo, da amante della dialettica e della conversazione, mi troverai pronto a ribattere e commentare ogni volta che vorrai anche semplicemente parlare di qualcosa.
C
necessita di verificare:)
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